Che cos’è l’ansia da prestazione?
Esistono diverse tipologie di ansia da prestazione; possiamo individuare l’ansia da prestazione lavorativa, scolastica, sportiva e di natura sessuale o relazionale.
Chi ne soffre vive una serie di sensazioni spiacevoli come pensieri negativi, senso di inadeguatezza e impotenza che portano sintomi quali stress, irritabilità e insonnia.
Tutti questi sintomi sono causati da sensazioni e pensieri negativi, da un senso di inadeguatezza, inferiorità e sensibilità alla critica e influiscono sul risultato di una prestazione.
Che cos’è l’ansia da prestazione lavorativa?
Nell’ansia da prestazione lavorativa la persona vive uno stato perenne di apprensione e può essere vissuta in diversi modi.
Spesso si ha la paura o l’angoscia di essere criticati dal datore di lavoro e dai colleghi. Persone che ne soffrono possono sviluppare un senso di incapacità di portare a termine un progetto o di svolgere una specifica funzione. La persona può rimuginare per ore sulla situazione temuta e/o evitarla fino, in alcune occasioni, a fare assenze sul lavoro anche frequenti.
L’ansia da prestazione sul lavoro in molte persone si manifesta a prescindere dall’esperienza maturata nel corso del tempo e non dipende dalla preparazione. Nonostante la persona acquisisca sempre più competenze rimane comunque in uno stato ansioso che cessa solo nel momento in cui trova libertà nei giorni di chiusura o di ferie. In diversi casi anche i feedback positivi da parte del datore di lavoro non comportano alcun miglioramento per la persona.
L’ansia da prestazione sul lavoro potrebbe essere anche un sintomo classico dell’Ansia Sociale per cui si rende necessaria, prima di qualsiasi cura, un’attenta diagnosi finalizzata a comprendere se i sintomi soddisfano i criteri per questo disturbo d’ansia.
Quali tipi di persone sono più soggette?
Generalmente i soggetti che soffrono maggiormente di ansia da prestazione lavorativa sono persone con una eccessiva sensibilità al giudizio altrui e che temono l’errore.
Questo disturbo può trovare origine in alcuni schemi o pattern negativi che si sviluppano già in età precoce. Un clima familiare disfunzionale in cui i genitori presentano nei confronti del bambino o della bambina comportamenti eccessivamente critici o umilianti, possono creare una serie di insicurezze e sentimenti di inadeguatezza che poi vanno a determinare il rapporto che la persona avrà con una qualsiasi prestazione, che sia lavorativa, sportiva o scolastica.
Allo stesso modo un atteggiamento troppo esigente e perfezionista crea nella persona un costante bisogno di prefissarsi degli obiettivi quasi irraggiungibili, identificando il proprio valore personale con l’esito delle prestazioni.
Hai mai sentito parlare invece della sindrome dell’impostore?
Chi soffre di ansia da prestazione lavorativa può anche sviluppare la cosiddetta “sindrome dell’impostore”, termine utilizzato per la prima volta alla fine degli anni ’70 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes.
Chi ne è colpito soffre di insicurezza e bassa autostima ed è convinto di non meritare il successo personale ottenuto, attribuendo i propri successi al caso o alla fortuna. Sentendosi sopravvalutato da capo e colleghi, il soggetto che ne soffre ha quindi il timore e l’angoscia di deludere la loro aspettativa.
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale rappresenta il rimedio più efficace per la cura dell’ansia da prestazione lavorativa poiché è in grado sia di individuare e mettere in discussione le credenze disfunzionali che stanno alla base, che di favorire un sano processo di accettazione delle possibili critiche vissute abitualmente come terribili.