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Disturbo d’Ansia Generalizzata (GAD)

L’ansia è un’emozione caratterizzata da sensazioni di preoccupazione, tensione, minaccia e cambiamenti fisiologici. Nonostante abbiano aspetti sovrapponibili, l’ansia differisce dalla paura poiché la prima è caratterizzata da una reazione emotiva ad una minaccia percepita, mentre la seconda si attiva di fronte ad un pericolo reale e immediato.

L’ansia si accompagna sovente a manifestazioni psicosomatiche che possono creare notevole disagio alla persona che ne soffre, sia in ambito personale che professionale.

Secondo le statistiche, “fino al 30% delle persone soffriranno nel corso della loro vita di un disturbo d’ansia, con una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini e con i sintomi che generalmente insorgono prima dei 25 anni di età”.

Cos’è il disturbo d’ansia generalizzata?

Tra i disturbi d’ansia rientra, come indicato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) il disturbo d’ansia generalizzata (GAD). Questi i criteri diagnostici:

A. Presenza di ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessivi per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, riguardanti una serie di eventi e di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche);

B. una difficoltà nel controllare il rimuginio/preoccupazione;

C. la presenza di almeno tre sintomi accessori, presenti per la maggior parte dei giorni quali: irrequietezza, sentirsi tesi «con i nervi a fior di pelle», faticabilità, difficoltà di concentrazione o di memoria, irritabilità, tensione muscolare, disturbi del sonno (addormentarsi, rimanere addormentati, sonno poco ristoratore);

D. l’ansia, il rimuginio o i sintomi fisici, causano un disagio significativo o interferenza sul funzionamento sociale, lavorativo o in altri ambiti;

E. Il disagio non è attribuibile agli effetti di una sostanza o di un’altra condizione medica (ad es. ipertiroidismo);

F. Il disagio non è spiegabile da un altro disturbo mentale.

Rispetto ad altri disturbi d’ansia, nel disturbo d’ansia generalizzata le preoccupazioni ed il rimuginio costante non hanno una sola causa scatenante e non riguardano situazioni specifiche, ma investono vari aspetti della vita del paziente, che vive in un perenne stato di ansia, preoccupazione e rimuginio.

Quanto maggiore è la gamma di circostanze di vita che preoccupa una persona, tanto maggiori sono le probabilità che i sintomi manifestati soddisfino i criteri per il disturbo d’ansia generalizzata. Insomma, chi ne soffre vive in uno stato di ansia continua che non riguarda un particolare oggetto o situazione, non riesce a controllare le proprie preoccupazioni riguardo al futuro ed è incapace di esprimere di cosa abbia esattamente paura.

Rimuginare di continuo: la caratteristica principale del GAD

Nel GAD ricopre un ruolo centrale l’elemento del “rimuginare”, sulle cose o sugli eventi. Il rimuginio è un processo mentale caratterizzato da una catena di pensieri negativi relativamente incontrollabili.

Questo rimuginare costante si divide in due tipi:

Rimuginio di Tipo 1: preoccupazione rispetto agli eventi esterni; sostenuto da credenze metacognitive positive (attribuzione al rimuginio di risultati positivi).

Rimuginio di Tipo 2: preoccupazioni che le persone hanno sul fatto di preoccuparsi di continuo; sostenuto da credenze metacognitive negative (il rimuginio è pericoloso e incontrollabile).

I sintomi del disturbo d’ansia generalizzata

Il GAD si manifesta a livello psicologico con i seguenti sintomi:

  • difficoltà di concentrazione
  • insonnia
  • irritabilità
  • irrequietezza

A cui si accompagnano anche sintomi fisici come:

  • stanchezza cronica
  • mal di testa
  • tensione muscolare
  • nausea
  • sensazione di soffocamento
  • palpitazioni
  • vertigini

Spesso, inoltre, il GAD si manifesta insieme ad altri disturbi d’ansia, come attacchi di panico, depressione o altri disturbi dell’umore. L’intensità di questi sintomi può variare nelle diverse fasi della vita di una persona.

Le cause del disturbo di ansia generalizzata

Come per molti altri disturbi psichici, le cause del disturbo di ansia generalizzata sono diverse. Si ritiene che il suo insorgere sia dovuto ad una combinazione di fattori genetici, psicologici, fisici e ambientali. Tra le possibili cause o fattori di rischio troviamo:

  • traumi o esperienze negative vissute nel passato o nel presente
  • stili genitoriali caratterizzati da un iperaccudimento o da un’iperprotettività e una carenza di calore emotivo
  • esposizione prolungata a situazioni stressanti
  • elevata sensibilità alla minaccia
  • percezione di scarso senso di controllo verso gli eventi

Come curare il disturbo di ansia generalizzata

Per curare il disturbo d’ansia generalizzata vengono utilizzati differenti trattamenti.

Farmacoterapia

La farmacoterapia è efficace per la riduzione del sintomo ansioso ma ha minor impatto sul rimuginio (Anderson & Palm, 2006). Vengono utilizzati antidepressivi di nuova generazione e benzodiazepine.

La terapia cognitivo comportamentale (CBT)

La CBT parte dal presupposto che le persone affette da GAD percepiscono il mondo come potenzialmente pericoloso e loro stessi come potenzialmente incapaci di fronteggiare eventi negativi futuri. La persona tenta di anticipare e prevedere tutte le eventualità negative che potrebbero presentarsi in modo da evitarle o prepararsi a fronteggiarle; questa strategia tuttavia, getta la persona in uno stato di costante apprensione inducendola infatti a produrre catene di rimuginio continue e percependo i pericoli sempre più imminenti e minacciosi (SIbrava e Borkovec, 2006). La CBT insegna a riconoscere pensieri negativi ricorrenti e a sostituirli con pensieri più funzionali al benessere dell’individuo. Propone la gestione attiva degli stati di disagio e agisce attraverso:

  • Intervento sulla catastrofizzazione
  • Tolleranza dell’incertezza
  • Tecniche di rilassamento e controllo della respirazione

La terapia metacognitiva (MCT)

Questa terapia si focalizza sulla metacognizione, ovvero la consapevolezza del proprio pensiero; si occupa del modo in cui rispondiamo ai nostri pensieri e ai processi che portano a vedere la realtà in maniera erronea e disfunzionale. 

Non tratta quindi i contenuti dell’ansia, ma si focalizza sulle credenze e preoccupazioni del soggetto rispetto al fatto di preoccuparsi/rimuginare di continuo. La preoccupazione è presente in ogni disturbo d’ansia su contenuti specifici, ma ciò che identifica il GAD è la presenza di meta-preoccupazione.

Preoccupazione di Tipo 1 = mi preoccupo di eventi esterni o di sensazioni corporee
Preoccupazione di Tipo 2 (meta-preoccupazione) = mi preoccupo dei miei pensieri

Dopo un’attenta e accurata diagnosi, la terapia metacognitiva lavora su vari aspetti del disturbo:

  1. Intervento sull’Incontrollabilità del Rimuginio;
  2. Intervento sulla Pericolosità del Rimuginio;
  3. Abbandono dei comportamenti protettivi che mantengono il disturbo (es. gioco, mangio qualcosa, chiedo rassicurazioni, provo a distrarmi, ecc.);
  4. Prevenzione delle Ricadute.

Si avvale per questo di tecniche di ristrutturazione cognitiva, esperimenti comportamentali, Mindfulness e Detached Mindfulness (per favorire la consapevolezza oggettiva dei pensieri e delle credenze).

Se ti riconosci, anche in parte, in questa descrizione inizia con me il tuo percorso, richiedi informazioni sulle terapie senza nessun impegno. 

BIBLIOGRAFIA

Anderson, I. M., & Palm, M. E. (2006). Pharmacological treatments for worry: focus on generalized anxiety disorder. In: G. C. L. Davey & A. Wells (Eds.), Worry and its psychological disorders: theory, assessment and treatment. West Sussex, England: John Wiley & Sons.

Sibrava, N. J., & Borkovec, T. D. (2006). The Cognitive Avoidance Theory of Worry.

Wells, A. (2018). Terapia Metacognitiva per i Disturbi d’Ansia e la Depressione. Erickson.

Wells, A. (1995). Meta-cognition and worry: A cognitive model of generalized anxiety disorder.

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