Psicologo per Disturbo Evitante di Personalità a Bologna

Ti capita di sentirti solo, anche quando sei circondato da persone? Hai paura di condividere le tue opinioni o di esprimere le tue emozioni? O forse trovi difficile instaurare legami profondi e autentici?

Quando sei a una festa, mentre tutti sembrano chiacchierare serenamente, provi disagio e temi di dire o fare qualcosa di sbagliato?

Preferiresti passare inosservato piuttosto che rischiare una situazione imbarazzante? Se ti riconosci in queste sensazioni, potresti essere interessato ad approfondire il tema del disturbo evitante di personalità, una condizione che può incidere significativamente sul benessere e sulle relazioni.

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013) descrive il disturbo evitante di personalità come un quadro caratterizzato da inibizione sociale, senso di inadeguatezza e forte sensibilità al giudizio altrui. Secondo il DSM-5, per fare diagnosi di questo disturbo è necessario che siano presenti almeno quattro dei seguenti sintomi:

  • Evita attività lavorative che richiedono un contatto interpersonale significativo, per paura di essere criticato, disapprovato o rifiutato.
  • È restio a instaurare nuove relazioni, a meno di essere certo di piacere.
  • Mostra riservatezza nei rapporti più stretti per timore di essere ridicolizzato o umiliato.
  • È eccessivamente preoccupato per il rischio di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali.
  • Si sente inibito nelle nuove situazioni sociali a causa di un forte senso di inadeguatezza.
  • Si percepisce come socialmente inadeguato, poco attraente o inferiore agli altri.
  • È insolitamente riluttante a correre rischi o impegnarsi in nuove attività, temendo di poter risultare goffo o inappropriato.

Il disturbo evitante di personalità è una condizione complessa e spesso debilitante, una psicopatologia caratterizzata da una forte paura del giudizio negativo e dal desiderio di evitare sistematicamente il rifiuto sociale.

Le persone che soffrono di questo disturbo vivono costantemente con una sensazione di inadeguatezza che le porta a isolarsi e a sviluppare una profonda insicurezza nelle relazioni, preferendo un ritiro sociale.

Uno psicologo specializzato a Bologna può aiutarti a riconoscere i sintomi del disturbo evitante di personalità e a intraprendere un percorso terapeutico per affrontare e per superare questo disturbo, al fine di permetterti di recuperare la serenità nell’affrontare le relazioni con gli altri.

Spesso chi soffre di disturbo evitante di personalità sperimenta altissimi livelli di insicurezza e una tendenza all’autocritica molto forte che mina la sua autostima e il suo senso di idoneità: in tal senso, gli individui che vivono un senso di malessere a causa di questo stato mentale vivono in una condizione di paura spesso legata al fallimento, oppure hanno un intenso timore anticipatorio di un possibile rifiuto da parte degli altri, non riuscendo dunque a creare legami forti e disinteressati.

Disturbo evitante di personalità a Bologna: cause e sintomi

Il disturbo evitante di personalità è caratterizzato da chiare sintomatologie; i sintomi principali del disturbo evitante di personalità infatti includono:

  • senso di inadeguatezza
  • paura del rifiuto
  • evitamento delle situazioni sociali
  • autocritica eccessiva
  • dubbi
  • pensieri intrusivi
  • paura del fallimento
  • incapacità di formulare prospettive di vita
  • sensibilità eccessiva
  • paura del giudizio
  • paura di situazioni nuove e sconosciute

Inoltre, chi soffre di disturbo evitante di personalità tende a trovare conforto in routine quotidiane quasi automatizzate e ben precise, perché danno all’individuo una percezione di certezza; al contrario la paura di sperimentare qualcosa di nuovo o di cambiare, potrebbe davvero causare un blocco emotivo in questi soggetti caratterizzati da un io molto fragile e molto vigile.

Le cause del disturbo evitante di personalità sono spesso attribuibili a una combinazione di fattori genetici e ambientali. Da un lato, studi indicano una componente genetica che può aumentare la probabilità di sviluppare questa condizione, soprattutto se si somma a specifiche esperienze di vita. Dall’altro, eventi traumatici durante l’infanzia, come il rifiuto, l’abbandono, il bullismo, l’umiliazione da parte di figure significative, o abusi psicologici e sessuali, possono influire profondamente sullo sviluppo del disturbo.

L’ambiente familiare, privo di sostegno emotivo, gioca così un ruolo cruciale nella formazione della personalità e nella predisposizione a questo disturbo. Con una prevalenza stimata intorno al 2,1%, il disturbo evitante di personalità interessa più frequentemente le donne rispetto agli uomini.

Se pensi di soffrire di disturbo evitante della personalità o pensi che una persona a te cara stia sperimentando questo stato mentale, dovresti rivolgerti ad una figura competente ed esperta nel trattamento di questa problematica: sono Luca Morselli, psicologo a Bologna specializzato nella cura del disturbo evitante di personalità e sono qui per aiutarti a riconoscere e ad affrontare questo disturbo.

Disturbo evitante di personalità a Bologna: la perdita delle relazioni

La personalità evitante può giocare un ruolo estremamente condizionante nello sviluppo delle relazioni interpersonali e avere un impatto negativo significativo anche sui legami amorosi, familiari e d’amicizia.

Le persone con questo disturbo, sebbene abbiano comunque la voglia di provare ad avere delle relazioni sane, tendono a evitare il coinvolgimento emotivo per paura di essere ferite o rifiutate, rendendo difficile stabilire o mantenere delle relazioni intime ideali.

Questo comportamento, ovviamente, può influire anche sulla sfera sessuale, portando a evitare il contatto fisico e a vivere l’intimità con ansia e disagio. Questi stati d’animo possono allontanare un potenziale partner, innescando quel circolo vizioso che la persona con disturbo evitante di personalità teme tanto.

Attribuendosi un basso valore e alimentando continuamente questo senso di inadeguatezza, la persona tende a sviluppare difficoltà relazionali che riducono ogni tipo di rapporto sociale, anche nel contesto lavorativo, specialmente se richiede interazioni con il pubblico.

Il disturbo evitante della personalità è spesso collegato ai stili di attaccamento insicuro, soprattutto se da piccolo l’individuo non ha sperimentato un sano rispecchiamento con le figure genitoriali o ha subito umiliazioni particolarmente traumatiche o che hanno generato in lui un forte senso di disagio.

Un supporto psicologico mirato per il trattamento del disturbo di personalità evitante può aiutare a comprendere e a superare queste difficoltà, migliorando le abilità relazionali grazie alla comprensione delle origini del disturbo, sviluppatosi spesso in età infantile o adolescenziale.

Trattamento e cura del disturbo evitante di personalità a Bologna

Il trattamento del disturbo evitante di personalità a Bologna può includere diverse modalità terapeutiche: la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata una tecnica particolarmente efficace per il suo recupero.

La CBT infatti aiuta il paziente a sviluppare le abilità sociali che non ha appreso da piccolo, ad esempio a causa di figure genitoriali evitanti che suscitavano disagio o rifiuto in risposta a richieste di attenzione. La CBT consente inoltre di migliorare la propria autostima e di affrontare i pensieri negativi profondamente radicati che alimentano il comportamento evitante.

Intraprendere, inoltre, una terapia per il disturbo evitante di personalità sia in studio che online può aiutare il paziente a interpretare correttamente la realtà senza sperimentare il consueto disagio e senso di inadeguatezza che di norma lo accompagna: l’obiettivo è facilitare le relazioni e imparare a riconoscere e comprendere i propri stati d’animo, individuando le radici delle proprie paure per favorire una maggiore consapevolezza di sé.

Spesso, le persone con disturbo evitante si sentono come ospiti a una cena di Natale con una famiglia che non è la loro, o come partecipanti a un gioco di cui non conoscono le regole. L’obiettivo della terapia è aiutare le persone a riconoscere l’imbarazzo e il senso di inadeguatezza come sensazioni normali e innocue, per poter costruire intimità e senso di appartenenza nelle relazioni. Per riuscirci, è fondamentale contrastare l’evitamento e superare la paura di emozioni troppo intense.

Riguardo all’evitamento, i passaggi chiave del lavoro terapeutico includono:

  1. Identificare le forme di evitamento, ovvero tutte le strategie di allontanamento che utilizzi. Ad esempio: cosa potrebbe succedere di negativo se restassi presente in una situazione minacciosa? Non si tratta di essere “deboli” o “pigri”; spesso l’evitamento è una risposta alla paura.
  2. Riconoscere i costi dell’evitamento: può contribuire a mantenere un umore basso, deteriorare le relazioni, rafforzare convinzioni negative su di sé, perdere speranza e, soprattutto, bloccare la propria crescita e il raggiungimento di obiettivi importanti.
  3. Individuare le origini dell’evitamento: spesso l’evitamento nasce nell’infanzia come strategia per proteggersi da emozioni difficili, che allora non si sapeva gestire in altro modo.
  4. Comprendere perché vale la pena affrontare l’evitamento: riconoscere i benefici a lungo termine di affrontare la paura e di lavorare sulla propria crescita.

All’inizio, esporsi a situazioni sociali può sembrare troppo impegnativo e rischiare di confermare il proprio senso di inadeguatezza. Per questo, può essere utile prepararsi attraverso sessioni in cui si simula l’esposizione. È importante, prima di tornare nel mondo sociale, acquisire una certa tolleranza per i temi emotivi interni (imbarazzo, inadeguatezza), ad esempio tramite esercizi immaginativi, così da abituarsi a reagire diversamente agli stati d’animo temuti.

Questo processo permette di gestire con maggiore sicurezza e serenità le situazioni sociali, costruendo nuove modalità di relazione con se stessi e con gli altri.

In ogni caso, è sempre preferibile, per il disturbo di personalità evitante, un supporto psicologico continuativo. Se stai sperimentando questa condizione, uno psicologo a Bologna specializzato in disturbi della personalità come me può guidarti verso una vita più serena e relazioni più appaganti.

FAQ

Come si capisce se si ha il disturbo evitante di personalità?

Il disturbo evitante di personalità si manifesta attraverso una forte tendenza a evitare le interazioni sociali per paura di essere giudicati o rifiutati. Le persone con disturbo della personalità evitante spesso preferiscono l’isolamento sociale e hanno bassa autostima, tendendo a evitare situazioni che potrebbero generare ansia o disagio. Se ti riconosci in questi sintomi, consultare uno psicologo specializzato a Bologna può essere un primo passo per ricevere un supporto adeguato.

Quali sono le cause del disturbo evitante di personalità?

Le cause di questo disturbo possono includere traumi infantili, esperienze di rifiuto o abbandono, predisposizione genetica e fattori ambientali. L’infanzia e le relazioni sociali giocano un ruolo significativo nello sviluppo di una personalità evitante. Comprendere queste cause attraverso un percorso psicoterapeutico può aiutare a ridurre l’impatto del disturbo sulla vita quotidiana.

Il disturbo evitante di personalità a Bologna può essere curato?

Sì, il disturbo evitante di personalità può essere trattato efficacemente a Bologna attraverso la psicoterapia. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente indicata, in quanto aiuta le persone a sviluppare capacità sociali, a migliorare la propria autostima e a superare la paura del rifiuto. Consultare uno psicologo esperto a Bologna può fare la differenza nel percorso di guarigione.

Qual è la differenza tra disturbo evitante di personalità e fobia sociale?

La fobia sociale (disturbo d’ansia sociale) e il disturbo evitante di personalità hanno una caratteristica in comune: entrambe sono contraddistinte dalla difficoltà di relazionarsi con gli altri. Chi ne soffre vive con una paura marcata del giudizio altrui, una bassa autostima e tende a evitare qualsiasi situazione sociale. Questo comportamento porta, inevitabilmente, a un progressivo isolamento e a un impoverimento delle proprie relazioni interpersonali.

Alla base di entrambi i disturbi ci sono distorsioni cognitive che alimentano la sofferenza: ricordi negativi delle interazioni sociali passate riaffiorano continuamente, si presta attenzione a ogni minimo dettaglio (come uno sguardo o un rossore), e ogni situazione viene interpretata nel modo peggiore possibile.

Nonostante le somiglianze, ci sono differenze significative tra le due condizioni.

Chi soffre di fobia sociale sperimenta un’ansia intensa e paralizzante in specifiche situazioni sociali, come parlare in pubblico o interagire con sconosciuti. Tuttavia, in altri contesti, può mantenere relazioni soddisfacenti e possiede le competenze sociali di base. La difficoltà risiede nel gestire situazioni che percepisce come minacciose per la propria immagine.

Al contrario, il disturbo evitante di personalità è più pervasivo: coinvolge praticamente ogni tipo di interazione sociale. Le persone che ne soffrono si sentono profondamente inadeguate e incapaci di creare legami significativi. Provano un forte senso di estraneità e di non appartenenza, come se fossero sempre degli intrusi nel mondo sociale.

In sintesi, mentre la fobia sociale riguarda principalmente situazioni specifiche che scatenano ansia, il disturbo evitante di personalità è caratterizzato da un’ansia generalizzata e da una profonda insicurezza nelle proprie capacità relazionali.

Entrambe le condizioni, però, possono essere trattate con successo attraverso la psicoterapia. Comprendere le differenze tra fobia sociale e disturbo evitante di personalità è essenziale per individuare il trattamento più adatto e personalizzato.

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